I Marchi
Domande sui marchi
Registrare un marchio
Per registrare un marchio occorre innanzitutto decidere se depositarne uno esclusivamente verbale (ossia costituito solo da parole) oppure figurativo (ovvero da parole e grafica o solamente da grafica).
Poi bisogna individuare la/e classe/i di prodotti/servizi entro cui registrare il marchio, tenendo conto non solo dell’attuale produzione dell’impresa ma anche delle sue eventuali scelte future (la domanda di marchio, una volta depositata, non può più essere modificata e quindi per aggiungere in seguito nuove classi, bisognerà depositare un nuovo marchio).
Infine bisogna stabilire l’estensione territoriale del marchio, ossia scegliere in quali Paesi far valere il marchio. In particolare, occorre scegliere se depositare un marchio Italiano (valido solo nel nostro Paese), oppure un marchio comunitario (valido in tutti i paesi dell’Unione Europea) o infine internazionale (scegliendo in quali Paesi farlo valere).
Chi può richiedere un marchio?
Può richiederlo sia una persona fisica (un soggetto privato), che una persona giuridica (un soggetto con Partita Iva).
Che uso posso fare di un marchio?
Una volta depositata una domanda di marchio in una o più classi si può utilizzare il marchio apponendolo su un prodotto, oppure per identificare un servizio, o ancora come nome d’impresa, o per dare il nome ad un evento, insomma a tutto ciò che è incluso nella/e classe/i scelte.
È obbligatorio fare una ricerca di anteriorità?
No, non lo è…però è decisamente consigliabile. Una ricerca di anteriorità è finalizzata a verificare se è stato già registrato un marchio identico (ricerca di identità) o simile (ricerca di similitudine) a quello che si intende registrare nella medesima classe. Non facendola, aumentano considerevolmente le probabilità di ricevere opposizioni, diffide, azioni giudiziarie, richieste di risarcimento ecc.
Quali i segreti per un buon marchio?
La regola più efficace è quella di sforzarsi per creare un marchio di fantasia; un marchio composto da una parola di fantasia, ovvero da una parola che non ha nessun significato reale, è facilmente registrabile perché dotato di spiccata originalità.
Un marchio che allude ad una o più caratteristiche del prodotto (ad esempio un aggettivo), non possiede alcuna originalità e rende il marchio molto “debole”, inoltre è molto più probabile che esista già. In alcuni Paesi, addirittura, non è registrabile in quanto troppo generico e meramente descrittivo.
Quanto costa registrare un marchio?
I costi variano da Paese a Paese e comprendono diverse voci (tasse, diritti e bolli); nel caso si provveda in totale autonomia, i costi vivi ammontano a qualche centinaio di euro per un marchio nazionale, un migliaio per un marchio comunitario (valido in tutti i Paesi dell’Unione Europea) e qualche migliaio per un marchio internazionale (dipende da quanti e quali Paesi si designano).
Qualora ci si affidi ad un professionista (il quale provvede a tutto), alle somme indicate occorre aggiungere il suo compenso.
Che differenza c’è tra i simboli ™ ed ®? Quali posso utilizzare?
La differenza è che il simbolo TM è l’acronimo di TradeMark ed indica che il marchio sul quale è apposto è stato depositato (è allo stato di domanda) e non è stato ancora concesso.
Il simbolo ® indica invece che il marchio sul quale è apposto, è stato registrato (ossia il marchio è stato concesso). In conseguenza di ciò, non è ammissibile apporre tale simbolo su un marchio ancora allo stato di domanda; per poter apporre accanto ad un marchio il simbolo ® bisogna attendere che questo venga effettivamente registrato.
Come posso sfruttare economicamente un marchio?
Un marchio può essere ceduto oppure concesso in licenza. La cessione consiste nel trasferimento permanente (dietro compenso) della titolarità del marchio ad un’altra persona. Nella concessione in licenza, si rimane titolari del marchio ma si concede ad altri la possibilità di utilizzare il marchio dietro pagamento di royalties (cioè di percentuali su ogni pezzo venduto).
Cosa fare in caso di copia o contraffazione del marchio?
Sinteticamente, nella contraffazione di un marchio un primo passo consiste solitamente nell’invio di una lettera di diffida al presunto contraffattore; un approccio più aggressivo prevede invece l’avvio diretto di un’azione legale. Si può anche agire penalmente ed ottenere dalle forze di polizia nazionali una perquisizione e/o un sequestro.
Qualunque azione si intraprenda, questa deve comunque sempre partire dal titolare del marchio violato e non avviene mai d’ufficio da parte dell’ente che ha concesso il marchio (ad esempio UIBM).
Come posso sapere se altri vogliono registrare un marchio uguale (o simile) al mio?
Monitorando costantemente le banche dati marchi, così da poter controllare ed intervenire tempestivamente a difesa del proprio marchio. Tale monitoraggio richiede tuttavia tempo e costanza, per cui è opportuno affidarsi ad uno studio brevetti e richiedere un servizio di sorveglianza del proprio marchio.
Posso impedire che prodotti contraffatti vengano importati in Italia?
In Italia il titolare di un marchio può impedire l’importazione di beni sospetti di contraffazione, disponendo il blocco delle merci sospette alle frontiere comunitarie (blocco alla dogana).
Il titolare del marchio ha diritto ad essere informato circa la provenienza e la destinazione della merce contraffatta e può avviare anche un’azione civile, qualora lo ritenga opportuno, nei confronti del destinatario finale.